Ieri sera un amico mi ha mandato su WhatsApp un paio di registrazioni fatte su smule di due brani cantati da lui. Mi ha chiesto un giudizio. Appena ho visto i video mi è saltata subito all’occhio una cosa: “Ale – gli ho detto – devi aprire la bocca. Intonatissimo come pochi, non faceva emergere il 70% della sua voce a causa della costrizione della bocca”.
Si è dato il caso che l’indomani, cioè oggi, io avrei insegnato la lezione sulla lingua, gli ho chiesto di partecipare. Dopo un’oretta e mezza di lezione, lui ha provato a fare un’altra registrazione e me l’ha mandata. Il risultato è stato strabiliante: bocca più aperta e voce squillante, posizionata bene in maschera e in testa quando necessario e, soprattutto, lui felicissimo!
Cantare, camminare bene, avere una postura salutare, suonare uno strumento, avere una buona organizzazione muscolo-scheletrica, non deve essere una sofferenza!
Quante volte da piccoli ci hanno detto di stare dritti
Lo facevamo per un po’ ma poi tornavamo alla nostra abitudine. Quante volte un cantante crea delle costrizioni nel proprio corpo per ottenere quella determinata emissione vocale. Quante volte un/una ballerino/a stirano i propri muscoli per essere più elastici!
Ma davvero si deve soffrire così tanto?
Quando la gente scopre che c’è un Metodo che ti porta a fare le stesse cose per cui hai sudato tanto, in maniera facile, semplice e ottenendo risultati migliori in tempi brevissimi, generalmente ha due reazioni, o resta a bocca aperta (a proposito) oppure si inc**za guardando indietro agli anni passati a soffrire. Chiedetelo alle mie colleghe ballerine!
Siamo stati forniti di un cervello dalle potenzialità strabilianti per usarlo e oggi se ne conosce il modo, oggi esiste finalmente il libretto di istruzioni, si chiama neuroplasticità.
E allora il carattere come ce lo formiamo? E la disciplina come la acquisiamo? Ci sono i modi pedagogici di fare anche quello!
Per esempio provando a fare qualcosa, e sbagliando, tante volte finché non si impara a farla.
Moshe Feldenkrais diceva: “sbagliate!”
Senza pensare al fallimento, il fallimento non esiste, è una pura e str**za invenzione umana per creare dislivelli fra gli esseri umani, oltre che autoflagellazioni e autocommiserazioni.
Esiste solo il tempo e ognuno ha i suoi tempi e ha il diritto di procedere secondo il suo passo e il suo ritmo, fermandosi ogni volta che si sente bloccato, senza sentirsi in ritardo nei confronti della vita o, peggio ancora, fallito.
Ecco perché non credo nelle occasioni perse, nei treni persi, nel carpe diem (per rispondere a un’amica, ma la discussione è più lunga).
Siano benedette persone come Moshe Feldenkrais, Paul Dennison (ideatore del Brain Gym) e tanti altri che ci hanno lasciato queste vere e proprie rivelazioni!
Ok, va bene, ho parlato troppo. Fammi conoscere la tua opinione, confrontiamoci!
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